UN TERRACQUARIO PER  LE ORCHIDEE

Messa in opera

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Muschio accanto ad alghe gelatinose

Vari tipi di muschio fiorito e sfagno

Abbiamo messo l'acqua, acceso le pompe, programmato i timer insomma abbiamo dato vita al nostro nuovo terracquario e adesso cosa succede? Mettiamo una scarsissima quantità di torba qua e là in modo discontinuo sui piani sopra alla ghiaia silicea, qualche pezzetto rado di bark insomma una vera miseria nutritiva. Dopo qualche giorno si formeranno brutte alghe che daranno all'insieme un aspetto preoccupante ma niente paura dopo ancora un poco di tempo inizieremo a vedere i primi muschi che cresceranno sopra le alghe. Utile per accellerare i tempi mettere qua e là pezzettini di muschio raccolti magari dai vasi delle altre nostre orchidee, qualche pezzetto di sfagno vivo. Molto coreografiche e veloci a crescere sono le epatiche ma sono però invadenti. Un terracquario per avere un aspetto naturale può impiegare anche un anno ma la fretta non è per gli appassionati di queste cose. Piano piano il terracquario troverà un proprio equilibrio e si selezioneranno, da soli, i muschi più adatti. L'umidità all'inizio non sarà elevata ma crescerà con il crescere dei muschi veri e propri condizionatori per l'aria. Utilissimo è collegare un generatore di nebbia acceso con regolarità da un timer.

La scelta e la sistemazione delle piante

Non tute le orchidee sono adatte

Dracula su zattera di felce arborea su ramo

Phragmipedium besseae direttamente posto in parete: buono sviluppo radicale

Abbiamo già detto che è meglio escludere piante che richiedono luce troppo forte, al massimo possiamo arrivare a soddisfare un ibrido di cattleya ma è già troppo. Occorre scartare anche piante che diventano troppo grandi per ovvie ragioni di spazio ed anche piante che sviluppano steli fiorali troppo lunghi che diventano ingombranti e si avvicinano pericolosamente alla luce ed al caldo. Le piante ideali sono miniature o quasi con fiori di colore ben evidente, di esigenze di luce dell'ordine delle phalenopsis o inferiori (anche un poco superiori). Occorre ovviamente scegliere piante adatte alle temperature previste per il nostro terracquario. Le piante scelte possono essere sistemate secondo esigenze scenografiche a piacere rispettando poche regole: Le piante che richiedono maggiore luce e più secco in alto viceversa quelle che richiedono più umido, fresco e meno luce in basso. Le piante possono essere posizionate in vasi, cestelli o direttamente sul muschio o rami messi all'interno del terracquario. Ho notato che i rami (di mangrovia penso) in vendita nei negozi per acquari non sono graditi alle orchidee che si fanno una ragione nel tenere ben distanti le radici dal legno. Un legno che marcisce facilmente non andrà però bene, noi abbiamo provato il cipresso che però è un po' troppo resinoso. Vi faremo sapere... Eventualmente le piante possono essere messe su zattere attaccate poi al ramo.

Manutenzione

Dracula Cordobae

Masdevallia decumana

Phalenopsis corningiana

Paphiopedilum Ang Thong

Dopo il primo periodo di "messa a punto" i terracquari non richiedono una eccessiva attenzione. Dovremo aggiungere acqua al terracquario caldo in modo da assicurare che le pompe siano immerse, togliere acqua dal terracquario freddo quando il livello è troppo alto (produce acqua non la consuma). Occorre anche sostituire circa 1/3 - 1/4 dell'acqua ogni tanto (2 mesi ad esempio) per eliminare sostanze tossiche o cataboliti inutili che piano piano si accumulano. Aggiungere acqua ai serbatoi dei generatori di nebbia. Come in natura anche nel terracquario ogni tanto piove (dal nostro spruzzatore) bagnando tutto. La pioggia è diversa dalla nebbia che è, a sua volta, diversa dall'umidità. La frequenza della pioggia va valutata in base alle piante presenti ma non importa che sia frequente anzi è meglio che non sia frequente (noi bagniamo circa una volta ogni 10 giorni). La fertilizzazione avviene infrequentemente e molto diluita. Occorre adattare all'ambiente del terracquario le esigenze specifiche delle piante occorre insomma "farsi l'occhio" e ci vuole tempo. Le ventoline, se poste all'asciutto, durano molto ma ogni tanto andranno sostituite. I neon andranno sostituiti, come abbiamo detto, a rotazione uno ogni 6 mesi. Il periodo più critico per la salute del nostro terracquario è senza dubbio l'Estate. In Estate occorre essere vigili per cogliere i primi segni di sofferenza e porvi riparo in tempo. Il materiale vegetale morto (foglie...), se troppo abbondante, va rimosso.
Queste pagine riportano la nostra esperienza che, tuttavia, è in continua evoluzione e maturazione. Cercheremo di aggiungere in futuro capitoli, precisazioni ed effettueremo correzioni e cambiamenti in base alle prossime esperienze. Esistono senz’altro altre soluzioni tecniche possibili oltre a quelle da noi riportate l'importante è capire le esigenze delle orchidee, le esigenze del terracquario, avere chiare le nostre esigenze e conciliarle.
     

Riparazione

Prevenire è meglio che curare

 

 

 

Visibile la riparazione di una rima di frattura della parete posteriore in prossimità dell'angolo

Particolare delle tre toppe interne

Una corretta e scrupolosa costruzione sia del terracquario che della base di appoggio possono prevenire la rottura dello stesso. La rottura del terracquario è una situazione catastrofica che porta inevitabilmente a porsi la domanda: "Ma chi me lo ha fatto fare....?". Una volta che il danno è fatto, con molta pazienza, si può tentare di ripararlo. Per riparare la rottura di un vetro occorre innanzitutto vuotare il terracquario ed asciugarlo perfettamente. Se il vetro non è perfettamente pulito ed asciutto non c'è alcuna speranza di ripararlo. Per ottenere una asciugatura più veloce possiamo lavare abbondantemente la frattura con alcool a 95% che diluirà l'acqua e poi evaporando lascerà il vetro asciutto e sgrassato. Prima di riparare il vetro è anche necessario ridare il giusto assetto al terracquario qualora lo avesse perso (ad esempio rifare il piano della base di appoggio perfettamente piano). Per riparare il vetro fratturato si può usare altro vetro messo "a toppa" a coprire una superficie, comprendente la rima di frattura, ma molto più ampia ed incollata con silicone. Dato che l'acqua premerà dall'interno verso l'esterno è chiaro che la toppa che sarà più utile va messa all'interno. Consiglio però di mettere una prima toppa, magari di vetro più sottile, all'esterno in modo da fornire solidità per poter esercitare poi la pressione necessaria per posizionare la toppa interna. La toppa interna andrà posizionata quando quella esterna è ormai solidamente incollata, dovrà essere ampia e, nel caso che la frattura sia prossima ad un angolo, nelle tre dimensioni (3 toppe).  Inutile dire che prima di rimettere in funzione il terracquario e rimettere tutte le piante andrà testata la perfetta tenuta della riparazione. Qualora il vetro non possa essere riparato con toppe andrà tolto e sostituito ma il lavoro è lungo e stressante. Esistono dei prodotti per sciogliere il silicone per poter rimuovere il vetro rotto.
     
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Creato il 24/05/2004 Aggiornato il 01/06/2006